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gennaio 05, 2025     |

 

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                         FARMACI BIOLOGICI. GESTIONE DEI PIU' COMUNI EFFETTI COLLATERALI

 

        DIARREA

§          Con il termine “diarrea” si intende l’emissione di un maggior volume di feci di consistenza ridotta, più volte nel corso del giorno e/o della notte.

§          La diarrea va trattata allo scopo di evitare la disidratazione e la eccessiva perdita di peso. Si consiglia quindi di assumere una quantità adeguata di acqua per reintegrare le perdite (almeno 1,5 litri di acqua o altri cibi liquidi al giorno).

§          Farmaci sintomatici per la diarrea, quali la Loperamide, possono essere utilizzati come farmaci sintomatici dopo ogni scarica diarroica. Se ne consiglia quindi l’assunzione dopo ogni scarica fino a risoluzione del disturbo.

§          Fermenti lattici e Prebiotici, disponibili in farmacia in diverse formulazioni, possono essere impiegati una volta superata la fase acuta della diarrea per ristabilire il corretto equilibrio della flora microbica intestinale.

§          Si consiglia una dieta equilibrata, ricca di cibi semplici e nutrienti a elevato contenuto di potassio e proteine come: banane, carote, riso, pesce e carni bianche.

§          Evitare di consumare cibi speziati e piccanti e abbondanti quantità di latticini: questi alimenti possono peggiorare la diarrea.

§          Evitare gli alcolici, le bevande gassate e quelle a base di caffeina.

§          Si consiglia di effettuare piccoli pasti, ma frequenti.

§          Se nonostante questi semplici accorgimenti la diarrea perdura per diversi giorni consecutivi e/o si manifesta con numerosi episodi giornalieri si può contattare l’oncologo di riferimento per valutare la possibilità di sospendere la somministrazione del farmaco biologico e, una volta risoltasi tale sintomatologia, ridurne  eventualmente la dose.

 

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RASH CUTANEO

§          Le manifestazioni cutanee che insorgono in corso di terapia con farmaci biologici vengono di solito indicate con il termine generico di “Rash Cutaneo” e sono rappresentate essenzialmente da:

-          Eruzione cutanea facciale, tipo acne giovanile

-          Rash maculo papulare diffuso

-          Eritema diffuso

-          Reazione cutanea mano-piede

Tali manifestazioni, a eccezione della sindrome cutanea mano-piede che interessa in forma circoscritta questi distretti corporei, si localizzano prevalentemente a livello del volto, del dorso e del contorno ungueale. Solo le forme caratterizzate da una severità maggiore si sviluppano in forma generalizzata sull’intera superficie corporea.

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                                                       Come riconoscere il Rash Cutaneo?

§          Il Rash Cutaneo si manifesta spesso con arrossamento del volto (specie a livello delle guance e del mento) e con una lieve desquamazione cutanea attorno alle sopracciglia e all’attaccatura dei capelli. Nelle forme più severe la desquamazione può interessare aree corporee più estese.

§          L’esposizione al calore (ad esempio l’applicazione di un panno caldo) può peggiorare i sintomi, ma per lo più non è dannosa.

§          Può accompagnarsi alla presenza di prurito, bruciore e senso di tensione, specie per le forme localizzate al cuoio capelluto.

§          In alcuni casi si assiste alla comparsa di piccole lesioni pustolose a livello del volto e/o del tronco, del tutto simili all’acne giovanile, con facile tendenza alla sovrapposizione infettiva.

§          Più raramente possono comparire piccole aree di depigmentazione cutanea (cioè perdita del normale colorito della cute) in assenza di altri sintomi associati.

§          Tutte le manifestazioni cutanee che non rientrano in tale descrizione e/o si sviluppano rapidamente e in forma clinicamente aggressiva vanno prontamente segnalate al proprio medico curante o all’oncologo di riferimento.

 

                                               La reazione cutanea mano-piede 

§          La reazione cutanea mano-piede indica un gruppo di segni e sintomi clinici che interessano esclusivamente le mani e/o i piedi dei pazienti in terapia con farmaci biologici.

§          Più comunemente si manifesta con aumento della sensibilità cutanea, formicolio o sensazione di “puntura di spilli” alle estremità, rossore, bruciore e gonfiore delle mani e/o dei piedi.

§          Non sono infrequenti l’accumulo di pelle secca e la comparsa di callosità nelle aree soggette a maggiore pressione, come il tallone o la parte anteriore del piede.

§          Nelle forme più severe si possono formare vescicole a contenuto liquido e fissurazioni cutanee anche profonde.

        

                Quali provvedimenti prendere in caso di Rash Cutaneo?      

§          Fin dall’inizio della terapia con farmaci biologici si consiglia di massaggiare abbondantemente la pelle con creme idratanti, soprattutto dopo la doccia o il bagno e la sera prima di coricarsi.

§          Le comuni creme o lozioni idratanti prodotte per la grande distribuzione sono prodotti affidabili in quanto dermatologicamente testati.

§          Si consiglia di usare uno shampoo anti-forfora o sebo-regolatore per lenire il fastidio al cuoio capelluto e per controllare la desquamazione cutanea.

§          In caso di prurito o bruciore cutaneo indossare abiti ampi e leggeri, possibilmente non di tessuto sintetico, cercando di lenire il fastidio con l’applicazione di prodotti decongestionanti come il talco mentolato.

§          Evitare l’esposizione diretta al sole e, qualora non fosse possibile, si consiglia di applicare sulla pelle creme solari anti UV-A ed UV-B con fattore di protezione elevato (non inferiore a 30).

§          Proteggere le mani con guanti di fibra naturale, soprattutto nei periodi più freddi dell’anno.

§          Usare calze di cotone e calzature comode, evitando di rimanere in piedi per periodi troppo lunghi.

§          Se nonostante questi semplici accorgimenti il Rash Cutaneo perdura e provoca disagio e/o fastidio, l’oncologo di riferimento potrà decidere di sospendere la somministrazione del farmaco biologico e, una volta risoltasi tale sintomatologia, ridurne eventualmente la dose.

 

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          TOSSICITA' EMATOLOGICA   

§         La terapia con farmaci biologici, soprattutto se associata all’infusione di chemioterapici, può indurre la comparsa di tossicità ematologica ovvero un’alterazione della conta delle cellule ematiche (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine).

§          Sebbene asintomatica nella maggior parte dei casi, tale alterazione può provocare l’insorgenza di astenia, sanguinamenti (vedi sezioni dedicate nel sito) o di una maggiore suscettibilità alle infezioni.

§         La terapia con farmaci biologici richiede pertanto un controllo periodico dell’emocromo mediante prelievo ematico come Le verrà indicato dall’oncologo di riferimento. 

§          In caso di abbassamento dei globuli bianchi è possibile che Le venga prescritta una terapia antibiotica profilattica per ridurre il rischio di sviluppare un’infezione.

§          A volte può essere necessaria la somministrazione di fattori di crescita per le cellule “bianche” del sangue per stimolarne la produzione a livello del midollo osseo emopoietico.

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§         In caso di abbassamento dei globuli rossi e della concentrazione ematica dell’emoglobina (proteina deputata al trasporto dell’ossigeno nel sangue) può essere invece necessaria la somministrazione di  fattori di crescita per le cellule “rosse”.

§          La terapia con fattori di crescita per le cellule “bianche” e/o “rosse” del sangue deve essere continuata fino alla risoluzione completa della tossicità ematologica. La sospensione Le verrà pertanto comunicata dal medico in base ai valori dell’emocromo.

§          Non esistono ad oggi fattori di crescita efficaci per stimolare la produzione delle piastrine.

§          In caso di abbassamento della conta piastrinica è necessario quindi evitare i traumatismi. Questi, seppur lievi, possono infatti provocare ematomi a livello cutaneo o episodi di sanguimanento.

§          Talora, se la conta dei globuli rossi e/o delle piastrine raggiunge valori particolarmente bassi, può essere necessario ricorrere ad una trasfusione, effettuata generalmente in regime di Day Hospital.

    Se nonostante questi accorgimenti terapeutici la tossicità ematologica perdura causando stanchezza e/o disturbi clinicamente rilevanti l’oncologo di riferimento potrà decidere di sospendere la somministrazione del farmaco biologico o di ridurne la dose.

 

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                                                                     SANGUINAMENTO 

§          I farmaci biologici dotati di meccanismo anti-angiogenetico, in grado cioè di rallentare e/o di interferire con la formazione di nuovi vasi ematici (vedi sezione dedicata nel sito), possono provocare la comparsa di episodi di sanguinamento.

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Tale fenomeno può manifestarsi in modo eterogeneo, provocando fragilità capillare oppure forme di emorragia più estese.

       Il sanguinamento può interessare diversi organi e apparati: non è infrequente la comparsa di striature ematiche nelle secrezioni nasali o bronchiali, il sanguinamento gengivale e la rettorragia (perdita di sangue con le feci).

§          Qualsiasi forma di sanguinamento dovrebbe essere segnalata all’oncologo di riferimento affinché egli possa valutarne l’origine e la severità clinica.

§          In caso di episodi di sanguinamento è possibile che Le vengano prescritti farmaci in grado di alleviare tale disturbo.

§          Se nonostante questi semplici accorgimenti la perdita ematica dovesse perdurare per diversi giorni consecutivi e/o si dovesse manifestare in maniera copiosa è necessario contattare l’oncologo di riferimento per valutare la possibilità di sospendere la somministrazione del farmaco biologico e, una volta risoltasi tale sintomatologia, ridurne eventualmente la dose.

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                                         A: emorragia arteriosa; B: emorragia venosa, C: emorragia capillare (da abrasione)

 

 

 

                                                   EPISODI TROMBOEMBOLICI

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§          La terapia con farmaci biologici, specie se associata all’infusione di chemioterapici, può favorire la comparsa di episodi tromboembolici (occlusione di un vaso ematico ad opera di materiale trombotico).

§         La genesi dei trombi deriva dall’aggregazione piastrinica in corrispondenza di un distretto vascolare lesionato: tale processo conduce alla formazione del “tappo piastrinico” il quale, successivamente, viene sostituito da una struttura più complessa, denominata “coagulo”, tramite  lo sviluppo di una rete proteica volta a stabilizzarne la struttura.

§         Sebbene lungo e complicato, si tratta di un meccanismo protettivo del nostro organismo nei confronti degli insulti vascolari.

§         Tuttavia dal trombo in accrescimento a volte possono staccarsi frammenti di piccole dimensioni in grado di raggiungere, tramite la circolazione ematica, i distretti vascolari più distali provocandone l’occlusione embolica.

§          Questo fenomeno può interessare in ugual misura vasi arteriosi e venosi, sebbene questi ultimi siano maggiormente suscettibili alla lesione vascolare e quindi più spesso coinvolti in processi tromboembolici.

§          L’occlusione completa o parziale di un vaso arterioso è responsabile di “ischemia”, la riduzione cioè dell’apporto di ossigeno e di altri nutrienti all’organo o tessuto posto a valle del vaso  occluso.

§         In caso di occlusione tromboembolica di un vaso arterioso la sintomatologia clinica di accompagnamento spesso risulta imponente, tale da richiedere ad un’adeguata assistenza medica. Si tratta tuttavia di un’eventualità rara in corso di terapia con farmaci biologici.

§          Più comune è invece l’interessamento dei vasi venosi con comparsa di tromboflebiti superficiali o profonde. Queste si localizzano per lo più a livello degli arti superiori o inferiori,  accompagnandosi spesso a dolore, gonfiore e/o rossore della parte interessata.

§         In tal caso si consiglia di usare bagni tiepidi o freddi, calze moderatamente compressive e, in caso di interessamento dell’arto inferiore, il riposo in posizione sollevata così da favorire la remissione della sintomatologia.

 §          Nel sospetto di tromboflebite è bene segnalare il proprio disturbo all’oncologo di riferimento  affinché egli possa valutarne la severità clinica.

§         

 

 

E’ possibile inoltre che Le vengano prescritti farmaci anti-trombotici per la terapia e/o la prevenzione di tale disturbo. Se, nonostante questi accorgimenti terapeutici l’episodio tromboembolico assume rilevanza clinica, l’oncologo di riferimento potrà decidere di sospendere la somministrazione del farmaco biologico o di ridurne la dose.

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                                                                   IPERTENSIONE   

§          L’innalzamento della pressione arteriosa può manifestarsi in corso di terapia con farmaci biologici. Questo disturbo può interessare i soggetti già ipertesi, ma anche quelli che in passato non hanno mai sofferto di ipertensione arteriosa.                                                  

§          La pressione sanguigna viene misurata a ogni visita di controllo presso il centro oncologico di riferimento. In presenza di valori aumentati si consiglia di compilare, con l’aiuto del farmacista o del medico curante, un diario pressorio contenente misurazioni giornaliere della pressione arteriosa.     

§          A volte può essere necessario introdurre in terapia un farmaco anti-ipertensivo o sostituirne uno già in uso al fine di ottenere un controllo adeguato della pressione arteriosa.

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§          Si consiglia di limitare l’assunzione di sale con la dieta e di evitare il consumo di salumi, formaggi stagionati e cibi in scatola, il cui contenuto salino può innalzare la pressione sanguigna.

§          Se nonostante questi semplici accorgimenti l’innalzamento dei valori pressori perdura per diversi giorni consecutivi e/o si manifesta con vertigini, palpitazioni o altri sintomi aspecifici si consiglia di contattare l’oncologo di riferimento per valutare la possibilità di sospendere la somministrazione del farmaco biologico e, una volta risoltasi tale sintomatologia, ridurne  eventualmente la dose.

 

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                                            ALTERAZIONI ELETTRCARDIOGRAFICHE

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§          In corso di terapia con farmaci biologici la funzionalità cardiaca viene periodicamente monitorata mediante E.C.G. o elettrocardiogramma (misurazione dell’attività elettrica del cuore).

§          Alcuni di questi farmaci, infatti, possono provocare un’alterazione della normale attività elettro-meccanica del cuore.

§          Sebbene asintomatica nella maggior parte dei casi, tale alterazione si manifesta con un allungamento di specifici intervalli o parametri dell’E.C.G.

§          Per questo motivo, la terapia con farmaci biologici richiede misurazioni seriate dell’elettrocardiogramma, a volte eseguite a distanza di pochi minuti l’una dall’altra.

§          In caso di una franca alterazione dell’E.C.G. Le potrà essere richiesto dall’oncologo di riferimento di sospendere la terapia in corso e di tornare dopo pochi giorni per ripetere l’esame. Solo in caso di una normalizzazione dell’elettrocardiogramma, la terapia con farmaci biologici potrà essere ripresa in totale sicurezza, a dose piena o ridotta, come da indicazione del medico.

 

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                                                        ALTERAZIONI ENDOCRINE

§         La terapia con farmaci biologici è responsabile a volte dell’alterazione funzionale di alcune ghiandole endocrine del nostro organismo.

§          In condizioni normali, tali strutture sono deputate alla produzione di “ormoni” (piccole molecole segnale in grado di modulare la funzione di organi e tessuti e il metabolismo corporeo).

§          La terapia con Sunitinib e in minor misura con Sorafenib è responsabile a volte dell’insorgenza di ipotiroidismo, una disfunzione ghiandolare caratterizzata dalla ridotta secrezione di ormoni tiroidei.

§          I farmaci biologici possono inoltre provocare un’alterazione della fertilità in entrambi i sessi, senza tuttavia interferire, nella maggior parte dei casi, con la potenza e il desiderio sessuale.

§         Tali alterazioni decorrono spesso in forma asintomatica e solo in casi selezionati è necessario fare ricorso alla prescrizione di farmaci specifici.

§         La funzionalità delle ghiandole endocrine tuttavia viene costantemente monitorata in corso di terapia con farmaci biologici attraverso opportuni dosaggi ormonali.

§         In caso di alterazioni persistenti dei dosaggi ormonali e/o di disturbi clinicamente rilevanti l’oncologo di riferimento potrà scegliere di effettuare a scopo cautelativo esami aggiuntivi per chiarire la natura e la severità del danno d’organo.

§          Se l’alterazione funzionale del sistema endocrino perdura tuttavia potrà decidere di sospendere la somministrazione del farmaco biologico e, una volta risoltasi, ridurne  eventualmente la dose.

 

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                                                                DISCROMIE 

§          La terapia con farmaci biologici può essere responsabile dell’insorgenza di discromie, cioè alterazioni del colorito della cute e/o di alcune secrezioni corporee.

§          Questo fenomeno deriva dalla struttura chimica del farmaco impiegato ed è assolutamente privo di effetti deleteri sull’organismo.

§          La terapia con Sunitinib è responsabile di una colorazione anomala, tipicamente giallognola, della cute. Tale disturbo non compare in genere alla prima somministrazione del farmaco, ma dopo alcune settimane di terapia.

§          Può inoltre comparire un progressivo “sbiancamento” dei capelli, delle sopracciglia e delle formazioni pilifere dell’organismo. Si tratta di una manifestazione a insorgenza lenta e progressiva,  comunque transitoria e per lo più reversibile al termine del trattamento.

§          La terapia con Enzastaurin è responsabile invece di una marcata colorazione rossastra delle feci e dell’urina, tale da simulare il sanguinamento. Non è infrequente la comparsa di tale alterazione già dai primi giorni di assunzione del farmaco.

§          Si tratta tuttavia di fenomeni privi di significato patologico, sebbene l’oncologo di riferimento possa comunque scegliere di effettuare, a scopo cautelativo, esami aggiuntivi per escludere una patologia d’organo associata.

         

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                                     STANCHEZZA, AFFATICAMENTO (vedi anche “astenia” nel sito)

§          In corso di terapia con farmaci biologici si può verificare l’insorgenza di una generica sensazione di stanchezza, spesso descritta come “mancanza di forze o di energia”.

§          Alla stanchezza “fisica” spesso si associa una sorta di “affaticamento mentale”, con difficoltà di concentrazione, scarsa voglia di fare e irrequietezza.

§          Per ovviare a tali disturbi si consiglia di mantenersi attivi durante il giorno, distrarsi con le persone care o svolgere attività ricreative, come la lettura che non compromettano ulteriormente il proprio stato di salute, ma permettano di alleviare la stanchezza psico-fisica che spesso si accompagna alla terapia con farmaci biologici.

§          Possono comparire inoltre disturbi del sonno, con difficoltà di addormentarsi, sonnolenza diurna e voglia di stare a letto o sulla poltrona nel corso della giornata.

§          Durante la giornata

 

è consigliabile evitare lunghi riposi a letto o sulla poltrona, perché questi La terranno sveglia nel corso della notte.

§          Se nonostante questi semplici accorgimenti la stanchezza psico-fisica diventa invalidante, tale da rendere difficile lo svolgimento delle comuni attività della vita quotidiana, è necessario parlarne con l’oncologo di riferimento per valutare la possibilità di intraprendere una terapia farmacologia di supporto e/o di appoggiarsi ad un consulente psico-oncologo.

 

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